LA SCUOLA
dal 9 al 12 aprile
di Domenico Starnone
con Silvio Orlando, Roberto Citran, Marina Massironi, Vittorio Ciorcalo, Roberto Nobile, Antonio Petrocelli, Maria Laura Rondanini
disegno luci Pasquale Mari
scene Giancarlo Basili
costumi Maria Rita Barbera
regia Daniele Luchetti
Cardellino srlbiglietti on line
sabato 11 aprile, ore 18.30 musecaffé INCONTRO CON LA COMPAGNIA conduce Lucilla Niccolini
SITUAZIONI PARADOSSALI, DIALOGHI BRILLANTI, PER UNO SPETTACOLO DI GRANDE ATTUALITÀ
Era il 1992, anno in cui debuttò Sottobanco, spettacolo teatrale interpretato da un gruppo di attori eccezionali capitanati da Silvio Orlando e diretti da Daniele Luchetti. Lo spettacolo divenne presto un cult, antesignano di tutto il filone di ambientazione scolastica tra cui anche la trasposizione cinematografica del 1995 della stessa pièce che prese il titolo La scuola. Fu uno dei rari casi in cui il cinema accolse un successo teatrale e non viceversa. Lo spettacolo era un dipinto della scuola italiana di quei tempi e al tempo stesso un esempio quasi profetico del cammino che stava intraprendendo il sistema scolastico.
– Ho deciso di riportare in scena lo spettacolo più importante della mia carriera; fu un evento straordinario, entusiasmante, con una forte presa sul pubblicò – dice Silvio Orlando – A vent’anni di distanza è davvero interessante fare un bilancio sulla scuola e vedere cos’è successo poi.
Il testo è tratto dalla produzione letteraria di Domenico Starnone.
E’ l’ultimo giorno di scuola in una periferia romana. Gli insegnanti devono fare gli scrutini, decidere chi bocciare e chi premiare. La scuola è un microcosmo in cui la realtà filtra solo indirettamente e tutto si svolge tra queste mura: le speranze e le amicizie dei ragazzi, le ambizioni, gli scontri generazionali, gli amori, le situazioni paradossali. Gli scrutini non sono solo i risultati dell’andamento scolastico. Gli scrutini dicono chi ce la fa e chi torna indietro, chi ha ragione e chi sbaglia, chi è il professore bravo e chi è odiato, chi ha la stoffa del leader e chi non se lo fila neanche un ragazzino di tredici anni. Nessuna retorica, gli studenti non sono propriamente diligenti, e gli insegnanti sono tutto tranne che irreprensibili, professionalmente e nella vita personale. Dal confronto tra speranze, ambizioni, conflitti sociali e personali, amori, amicizie e scontri generazionali, prendono vita personaggi esilaranti, giudici impassibili e compassionevoli al tempo stesso. Il dialogo brillante e le situazioni paradossali lo rendono uno spettacolo irresistibilmente comico.
“Sul palcoscenico è pura commedia (…) che però non nasconde la centralità dei temi in discussione: si scontrano non solo due modi di intendere l’istruzione ma anche due mondi, etici e politici differenti”. (Andrea Pocosgnich, Teatro e Critica)