IGRA
Giovedì 7 marzo 2024 ore 20.45
ESCLUSIVA REGIONALE
direzione artistica e coreografia Mattia Russo e Antonio de Rosa
in collaborazione con i danzatori: Edoardo Brovardi, Benoît Couchot, Angela Demattè, Antonio de Rosa, Helena Olmedo Duynslaeger, Giulia Russo e Alberto Terribile
drammaturgia Kor’sia in collaborazione con Gaia Clotilde Chernetich e Agnès Lopez-Rio
scenografia Kor’sia /Mattia Russo Antonio De Rosa
voci Marc Di Francesco
musiche originali Da Rocha
disegno dei costumi Luca Guarini e Adrian Bernal
confezionamento dei costumi Mans Concept Menswear, Jaime Alvarez design e produzione scarpe Camper
direttore tecnico Meritxell Cabanas
produzione Gabriel Blanco e Paolo Villegas (Spectare)
coproduzione Centro di Cultura Contemporanea Conde Duque
con il sostegno del Ministero dell’Istruzione, della Cultura e dello Sport – Governo spagnolo, Comunità di Madrid, Comune di Madrid, Espai La Granja Valencia, Festival Europeo, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), Istituto Italiano di Cultura di Madrid
video: G. Cantos
foto: Kito Muñoz
È una nuova creazione, una pièce coreutica ambientata in un campo da tennis e pensata come scrittura coreografica in dialogo tra presente e passato.
Le origini di Igra risalgono a Jeux / Nijinsky, un lavoro precedentemente creato da Mattia Russo e Antonio de Rosa. Si trattava di una breve coreografia incentrata sul processo creativo dell’opera di Nijinsky. Il soggetto era articolato e da quel primo processo è rimasto il desiderio di continuare ad esplorare tali idee. Igra suppone questa esplorazione, in cui non c’è quasi più nessuna traccia del suo predecessore.
Come in tutti i lavori di Russo e De Rosa, la potenza visiva gioca un ruolo decisivo in Igra, che pur non essendo un docu-drama danzato su quell’epoca e quelle opere, è pieno di riferimenti che appaiono in modo sottile e intermittente. La musica elettronica è vicina ai ritmi delle danze russe, l’inserimento di Chopin, compositore polacco, sembra voler ricordare che sebbene Nijinsky fosse nato a Kiev e sua sorella Nijinska a Minsk, la sua famiglia era polacca e lo stesso coreografo non si considerava russo. Molte le metafore presenti. Jeux stava giocando una partita di tennis, ma il gioco di cui vuole parlare è la seduzione. Igra, pertanto, non riproduce o ricrea, ma gli spiriti dei famosi fratelli vi abitano (forse felicemente).